Archivio per marzo 2010

PROGETTO GAL 2009/2010: DONAZIONI (vedi post 20/11/09)

LE DONAZIONI POSSONO ESSERE FATTE SUL C/C INTESTATO AL TESORIERE DELL’ASSOCIAZIONE:

C/C bancario: N° 40895103 intestato a G.B.  Sanguineti   

     BANCA UNICREDIT – ABI 2008 – CAB 01655                                            

 IBAN IT09A0200801655000040895103

€  100  dirigente Soyombo.

€  100  G.B. Sanguineti.

€    50  R. Palmas.

€    40 dirigente Soyombo.

€  500 Marco Manzoli :.

€    70 Annalisa Rech e Ivan Cossalter

€  155  R:.L:. Paracelso 1116

€    20 Donatella Como

€  300 Graziella Menghini

€    70 Gianarosa Garrone

€    20 Franco Adravanti

€  275 R:.L:.Paracelso 1116

€    50 Emilio Vaghi:.

€    30 Anonimo

€    25 Claudia Vigo

€   30 Federico Pistone

€   50 Paolo Tavani

€   30 Ornella Caporaso

€ 100 Anonimo immobiliarista

€ 212 Anonimi Magionesi

3.800.000 CARCASSE DOVRANNO ESSERE RIMOSSE ENTRO IL 15 MAGGIO

Le carcasse degli animali morti a causa dello zud dovranno essere rimosse ed il terreno sterilizzato prima che le temperature pià calde possano decomporne i corpi con gravi rischi per la salute pubblica.

Saranno 20.000 gli allevatori incaricati dal governo per il lavoro, ed al proposito sono stati stanziati dal Ministero del lavoro 241.500.000 milioni di togrok per remunerarli, mentre ulteriori 290 milioni sono stati stanziati dal Ministero dell’agricoltura per la bonifica e la sterilizzazione.

Sono 126.750 le famiglie che hanno subito danni a causa della zud e di queste ben 13.600 hanno perso ogni loro avere, per questi ultimi la Croce Rossa Internazionale ha stanziato una somma pari a 992.000 U.S.$,

ANCORA UN MONGOLO IL PIU GRANDE CAMPIONE DI SUMO

Il 69° yokozuna (gran campione), il mongolo Hakuho, al secolo Munkhbat Davaajargal, ha vinto domenica il Gran Torneo di Primavera con un perfetto 15-0.

TEMPESTE DI NEVE IN TUTTO IL PAESE

Anche la capitale si è ricoperta, in poche ore, di un bianco manto di più di 5 centimetri.

MULTISETTORIALE IN MONGOLIA

Promos organizza degli incontri d’affari a Ulan Bator dal 23 al 26 maggio. Per le Pmi lombarde disponibile voucher € 2.000,00.

Gli scambi commerciali tra Italia e Mongolia sono dell’ordine dei 50 milioni di euro/anno. I principali prodotti che l’Italia esporta in Mongolia sono:

  • macchinari per le lavorazioni agricole e food processing
  • abbigliamento
  • calzature.

PROGRAMMA

  • 23 maggio Partenza da Milano per Ulan Bator con voli di linea
  • 24 e 25 maggio Incontri d’affari e visite aziendali a Ulan Bator
  • 26 maggio Rientro a Milano con voli di linea.

La quota di partecipazione, pari a € 2.050,00 + IVA (= € 2.460,00), comprende:

  • ricerca e selezione delle controparti locali
  • organizzazione degli incontri d’affari
  • assistenza per visite a imprese locali (interpretariato e trasporti)
  • supporto personale Promos prima e durante la missione.

Voucher

L’iniziativa rientra tra quelle selezionate da Regione Lombardia e sistema camerale lombardo ai fini del bando “Voucher per la partecipazione a missioni economiche all’estero 2010”.

Le Pmi lombarde possono richiedere i voucher del valore netto di euro 2.000 presentando domanda on line.
I voucher verranno assegnati al raggiungimento di 5 imprese lombarde partecipanti e verranno erogati in "modalità rimborso" al termine dell’iniziativa, dietro presentazione della fattura quietanzata, dalla Camera di Commercio di competenza.

Pacchetto logistico facoltativo

€ 1.600,00 + IVA (= € 1.920,00): hotel categoria superiore, volo di linea in classe economica + transfer da/per aeroporto.

Il costo del pacchetto potrebbe subire un lieve incremento per aumento del costo aereo al momento della prenotazione definitiva.

Per partecipare invia entro il 23 aprile tramite fax (n. 02 85155227):

Informazioni:
Promos
Silvia Lambertini
Tel. 02 8515 5311
Fax 02 8515 5227 – 5394
lambertini@mi.camcom.it

IN MOSTRA GLI ABITI E GLI OGGETTI PERSONALI DEL CORPO INCORROTTO

Al Museo Zanabazar di Ulaanbaatar, da ieri fino al 7 aprile p.v., in mostra gli abiti ed alcuni oggetti personali del misterioso lama Buriato (vedi sotto).

Sembra che, al momento dell’inaugurazione della mostra, la temperatura nella sala d’esposizione sia repentinamente balzata da + 7° C a + 16°C.

Itigelov_2A trenta chilometri ad ovest di Ulan-Ude, in Buriazia, si trova il complesso di templi ed università di Ivolginsky Datsan, residenza dell’attuale Khambo Lama. Ma attualmente vi si trova pure il corpo incorrotto del lama Dashi Dorzho Itigilov, il misterioso lama il cui corpo rimane completamente incorrotto dopo 80 anni dalla sua morte.

Itigilov nacque nel 1852 ed iniziò la sua educazione religiosa all’età di sedici anni  studiando filosofia e medicina. Nel 1911 fu nominato 12° Khambo Lama (capo della chiesa buddista in Russia) e come tale svolse una intensa attività per far rifiorire il buddismo in Buriazia. Nel periodo dal 1913 al 1917 partecipò a numerose azioni sociali con lo Zar, da cui venne invitato per le celebrazioni del 300 anniversario della Casa Romanov, aprì il primo tempio buddista a S. Pietroburgo e fu decorato con l’ordine di S. Stanislao da Nicola II il 19 marzo 1917.

Durante la prima guerra mondiale creò una organizzazione chiamata "Fratelli Buriati" per aiutare l’esercito con denaro, cibo, abiti e medicine oltre a far edificare un ospedale dove curare i militari feriti.

Nel 1926 il lama avvisò i monaci che si stava avvicinando "L’insegnamento rosso" consigliandoli di riparare in Tibet perchè, da li in breve, si sarebbero scatenate le terribili purghe staliniste.

Nel 1927, a 75 anni, pregò i confratelli di iniziare la meditazione poichè egli sarebbe morto da lì a breve. Non venne creduto e pertanto inizio lui stesso una profonda meditazione, finchè fu seguito anche dagli altri lama; di li a poco morì!

Itigelov lasciò un testamento dove si chiedeva di sepellirlo in posizione del loto in una cassa di legno di cedro nel cimitero, e di esumare il suo cadavere quando fossero passati 75 anni.

A seguito di particolari eventi atmosferici, che facevano credere a segni divini, i monaci esumarono il suo cadavere due volte, nel 1955 e nel 1973. Il corpo venne trovato incorrotto, ma i monaci, timorosi delle eventuali reazioni del regime comunista, lo inumarono nuovamente in gran segreto.

Come da lui richiesto, il corpo venne esumato definitivamente il 11 settembre 2002, e trasportato ad Ivolginsky Datsan dove fu esaminato da religiosi, medici, patologi. Fu emesso un comunicato ufficiale: corpo perfettamente conservato, incorrotto, completo di perfetti muscoli ed organi interni, pelle e giunture soffici ed elastiche. Il professor Victor Zvyagin del centro federale di medicina che ha condotto analisi su pelle, capelli ed unghie ha dichiarato che il corpo non sembra morto da più di 36 ore.

Ora è esposto alla venerazione dei fedeli in una teca trasparente, senza alcun controllo dell’umidità o della temperatura, il corpo eretto nella posizione di meditazione, il capo solo leggermente reclinato in avanti, avvolto nei suoi paramenti color oro.

c’è chi dice, ma non è certo, che il corpo sia stato punto ed abbia sanguinato.

Itigelov_preserved[1]

Si tratta del solo e confermato caso di corpo incorrotto al mondo. Imbalsamazioni e mummificazioni sono ben conosciute presso numerosi popoli: gli Egizi, alcuni santi cristiani, i leaders comunisti, ma essi presentano tutti un completo decadimento del corpo, la pelle raggrinzita,  indurita e inscurita, l’assenza degli organi interni, le masse grasse e muscolari scomparse.

Altrettanto differenti sono i 16 Sokoshinbutsu della setta esoterica buddista Shingan giapponese, i preti che giungevano ad una automummificazione dopo anni ed anni di particolari pratiche, come il cibarsi per 1000 giorni di sole noci e soba (grano saraceno) per eliminare ogni tessuto adiposo, per altri 1000 giorni di radici e corteccia di pino e un succo tratto da una pianta usato per laccare il legno,  e per altri 1000 lasciati in una camera di pietra a tre metri di profondità , con una sola apertura per la respirazione e radici e cortecce per alimentarsi. Pratiche crudeli (fortunatamente proibite dal governo giapponese nel 1903) che però hanno un minimo di spiegazione scientifica, e d’altra parte questi "automummificati" appaiono alla vista scheletrici ed incartapecoriti, come si conviene ad ogni buona mummia!

Approfondimento

La testa, rasata, suda. Le mani, morbide, sono calde. Il cervello trasmette impulsi elettrici. Le unghie crescono. Il corpo perde e riacquista peso. La pelle, tesa, è elastica. Gomiti e ginocchia si muovono. Naso ed orecchi sono dove ognuno li ha. Gli occhi, intatti, stanno chiusi: qualcuno, raramente, nota le palpebre sollevarsi. Il cuore sembra pronto a riprendere il battito.

Vene e arterie sono piene di sangue, di gelatinosa consistenza. Il lama Khambo Itighelov è tornato. Prima di morire, nel 1927, lo aveva promesso. Ora i buddisti russi lo venerano come «il dio rinato». Sette volte all’anno, nelle feste solenni, la sua cella nel monastero di Ivolghinskij, affacciato sul lago Baikal, si apre ai fedeli. A migliaia lasciano i villaggi dell’estremo Oriente e della Mongolia per accorrere a Ulan-Ude, in Buriazia.

Non c’è posto per tutti. Attorno alla cassa di cedro protetta da una campana di cristallo, dove il corpo disteso 78 anni fa è riemerso seduto nella posizione del loto, possono sfilare 15 mila persone al giorno. Per quest’anno gli accessi, aumentati a 130 mila, sono esauriti.
Medici e scienziati di tutto il mondo non sanno spiegare il fenomeno. Nei laboratori si esaminano campioni di tessuti, capelli, cartilagini. Le radiografie confermano solo il mistero: gli organi di quella che fu la guida spirituale dei buddisti russi sono perfettamente conservati. Dove si ferma la ragione, accorre la fede. I monaci del "dazan" sono sicuri. Il lama Khambo, dopo aver raggiunto lo stato della "perfetta vuotezza", è vivo. In lui si è reincarnato il primo capo della chiesa buddista, Pandito Khambo, lama Zajaev. Era nato nel 1702. Morì a 75 anni, promettendo agli allievi di tornare dopo altrettanti. Alla data stabilita, 1852, venne alla luce Khambo Itighelov. Visse altri tre quarti di secolo, confermando a sua volta il ritorno dopo un tempo corrispondente. Alla scadenza, tre anni fa, ha rispettato l’appuntamento. Da allora la vita, identificata con la «trasmigrazione dell’anima », riprende a scuotere il suo corpo: mummificato pur senza aver subìto alcun trattamento.

Aveva lasciato il mondo in modo sorprendente. Nel 1917, mentre l’impero degli zar Romanov crollava sotto i colpi dei bolscevichi di Lenin, aveva rinunciato a governare la chiesa buddista. Per dieci anni Khambo Itighelov si era ritirato in un monastero. Sedeva immobile, solo nella cella: «Devo perfezionare – spiegava – il mio spirito». Il 15 giugno del 1927 convocò i suoi discepoli. Chiese che recitassero per lui la preghiera dei defunti: «Auguri di bene per chi se ne va». Gli allievi erano incerti.

«Perché maestro – chiesero – dobbiamo recitare questi versi per lei che è sano e forte?». Il lama sorrideva. Li pregò di tornare a guardare il suo corpo dopo 30 anni. Volle che venisse scritto che dopo 75 anni il suo spirito sarebbe stato nuovamente tra loro. Poi, dopo aver pronunciato da sé l’orazione funebre, smise semplicemente di respirare. Lo stupore, dominato dalla paura, ha impedito che venisse cremato. Fu messo nella terra, avvolto in un lenzuolo e cosparso di sale.

«Nel 1957 – racconta oggi la direttrice dell’istituto religioso a lui dedicato, Yanzhima Dabaevna – il lama Itighelov è stato esumato. Era intatto, non si è potuto bruciare come prescrive la legge buddista. Nel 2002 la conferma del miracolo. Pesava 37 chili, oggi oscilla sui 42». Nessuno ha diffuso la notizia della mummia reincarnata. Si temeva che attorno al Maestro fiorisse un’ingiustificata idolatria. Poi, misteriosamente, decine e quindi centinaia di fedeli hanno iniziato a battere al portone del convento. «Chiedevano di Khambo – spiega la sua discendente – abbiamo dovuto prendere atto della verità».

Il fenomeno è stato contenuto fino a gennaio. Il centro di medicina legale del ministero della salute, assieme all’università di Mosca, esitavano a pronunciarsi. Quindi il verdetto choc: «Gli esami di laboratorio – scrive il professor Viktor Zvjagin – non hanno rilevato nei tessuti organici del corpo qualcosa che li distingue da quelli di una persona vivente». Dieci giorni fa, su richiesta dei monaci, gli esami sono stati sospesi. Il «lama rinato» smette di essere un fenomeno scientifico e si consegna all’insondabilità della credenza. I buddisti dell’estremo Oriente russo, ma anche quelli sparsi lungo il confine cinese, giovedì hanno festeggiato, pregato e ringraziato. Al monastero son stati fissati i giorni in cui, entro un anno, si potrà onorare il Maestro: 24 aprile, 23 maggio, 10 luglio, 27 settembre, 24 ottobre, 26 novembre, 29 gennaio 2006.

«I dubbi sono fugati – dice l’attuale capo dei buddisti, Khambo lama Ajuscejev – gli esperimenti non servono più. Il lama Itighelov è come noi, solo in un stato di assenza. La reincarnazione è compiuta». I monaci della Buriazia ricordano così l’origine dell’enigma. La «mummia vivente», appena onorata anche dall’attore Richard Gere, avrebbe raggiunto il livello di astrazione dal corpo descritto nel 1400 dal famoso lama Bogdo Zonkhavy. «È uno stato paranormale straordinario. Si ottiene attraverso lo svuotamento: un percorso spirituale ignoto, che consente di abbandonare e riacquisire il proprio corpo ». A provarlo, un vecchio verbale della locale guarnigione della polizia russa.

«Il lama – si legge – nel pomeriggio correva a cavallo sulla superficie del lago Beloje, come fosse sul selciato». Altri raccontano che fosse in grado di spostarsi fulmineamente: si riduceva ad un punto, riapparendo in un istante ad un chilometro di distanza. Yanzhima Dabaevna ha scoperto che i magici poteri si sono rivelati al ritorno del Maestro dopo vent’anni di studi alchimistici in Tibet. Il monastero, oggi cinese, è stato distrutto. Khambo Itighelov rimane l’ultimo custode del proprio segreto.

fonte
(Giampaolo Visetti, La domenica di Repubblica)

PROGETTO GAL 2009/2010: DONAZIONI (vedi post 20/11/09)

LE DONAZIONI POSSONO ESSERE FATTE SUL C/C INTESTATO AL TESORIERE DELL’ASSOCIAZIONE:

C/C bancario: N° 40895103 intestato a G.B.  Sanguineti   

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€  100  G.B. Sanguineti.

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€  155  R:.L:. Paracelso 1116

€    20 Donatella Como

€  300 Graziella Menghini

€    70 Gianarosa Garrone

€    20 Franco Adravanti

€  275 R:.L:.Paracelso 1116

€   50 Emilio Vaghi:.

€   30 Anonimo

€   25 Claudia Vigo

€  30 Federico Pistone

€  50 Paolo Tavani

€  30 Ornella Caporaso

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SCOPERTO IN SIBERIA, AI CONFINI CON LA MONGOLIA, UN NUOVO OMINIDE

In una grotta nei Monti Altai, in Siberia, scoperto un nuovo ominide. Forse da riscrivere la storia della razza umana

Vissuto 40 mila anni fa con i Neandertal e i Sapiens, cioè i nostri diretti antenati. I dubbi di alcuni studiosi

 Se la squadra di ricercatori che ha studiato un reperto trovato in una remota grotta dei monti Altai, in Siberia presso il confine con la Mongolia, ha ragione, allora la storia della razza umana è da riscrivere.

OSSO DI FALANGE – Secondo Johannes Krause, dell’Istituto Max Planck di Lipsia per l’antropologia evoluzionista, il pezzo di osso della falange di un dito rinvenuto nel 2008 nella caverna di Denisova, a 6 km dal villaggio di Chernyi Anui, è appartenuto a una specie di ominide diversa sia dai Neandertal sia dai moderni Homo sapiens (cioè noi). Il reperto è stato datato a 40 mila anni fa, ma in quell’epoca le uniche specie viventi di ominidi conosciuti sono appunto i Neandertal e i Sapiens. L’esistenza contemporanea di una terza linea finora sconosciuta obbligherebbe a rivedere dati ormai dati per acquisiti.

FUORI DALL’AFRICA – A questo risultato si è arrivati studiando il Dna ricavato dai mitocondri dell’osso rinvenuto. Un antenato comune delle tre specie (Neandertal, Sapiens e ominide di Altai) esisteva 1 milione di anni fa, viene spiegato sulla rivista Nature. Stabilito che il genere Homo si è originato in Africa e da là si è diffuso in tutto il mondo a partire da 1,9 milioni di anni fa con l’Homo erectus, le scoperte archeologiche hanno evidenziato che ci sono state altre due migrazioni dall’Africa: tra 500 mila e 300 mila anni fa quella dei Neandertal, poi 50 mila anni fa quella di noi uomini moderni. Ma i campioni del suolo della grotta di Denisova hanno consentito di datare i reperti tra 48 mila e 30 mila anni fa. Quindi l’ominide di Altai potrebbe essere venuto in contatto sia con i Neandertal, dei quali sono stati rivenuti resti a meno di 100 km dalla grotta di Denisova, sia con i Sapiens che frequentano gli Altai da più di 40 mila anni.

 Per l’esperto britannico Terence Brown, che su Nature ha pubblicato un commento alla ricerca,  se le analisi saranno confermate «si sarà obbligati a rivedere la storia della recente colonizzazione umana dell’Eurasia».

Paolo Virtuani

Fonte: Corriere della sera

MONGOLIAN YOUNG LEADERS PROGRAM

Istituito dal NonAme Scientific Research Center, la prima conferenza annuale ebbe luogo a Washington DC, USA nel marzo 2009, con il supporto dell’Ambasciata Mongola negli Stati Uniti, il concilio Nord America-Mongolia e la Fondazione Zorig.

 Lo "Young Leaders Program" si estende ora in Europa per includere gli studenti Mongoli che studiano nelle sue università.

Quest’anno l’evento verrà celebrato in collaborazione con il Console Onorario designato di Milano e con il sostegno dell’Ambasciata Mongola in Austria (con giurisdizione sull’Italia)

Il convegno, verrà ospitato dal Concilio d’affari Italo-Mongolo a Milano. ed è fissato per i giorni 6 e 7 maggio p.v.

LA MONGOLIA ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO DI LICIA COLO’

Mongolia – Terra di incontri: il 23 marzo, La Mongolia alle Falde del Kilimangiaro, nel corso della trasmissione di Licia Colò in onda domenica 28 marzo su Rai3 (inizio alle 14.30).


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