Archivio per gennaio 2008

400 STUDENTI RICEVONO IL COMPUTER

computers

Si tratta del primo passo del programma OLPC (one Laptop per child), l’economico computer studiato appositamente per i giovanissimi.

vedi posts del 08/09/07 e 05/01/08.

 

UNA TRADIZIONE VECCHIA 6000 ANNI

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Da almeno 6000 anni la popolazione Kazaka pratica la caccia con l’aquila, ed attualmente in Mongolia nella regione di Bayan-Olgii vi sono ancora 600 persone dedite a questa antica disciplina.

Per salvaguardare tale tradizione, nel 2000, Jalsa Urubshurow, titolare della Nomadic Expedition ebbe l’idea di istituire un vero e proprio festival da tenersi annualmente alla fine dell’estate.

Fino allo scorso anno tale festival si era tenuto a Bugat nel Bayan-Olgii, quest’anno una speciale edizione avrà inizio dopodomani nei pressi della capitale, al campo turistico di Terelj.

UN NUOVO LIBRO SU GIOVANNI DA PIAN DEL CARPINE DELL’EDITRICE FINISTERRAE

« Sono trascorsi appena tre anni dalla tremenda invasione dell’Orda d’oro nell’Europa centrorientale e ne mancano ancora ventisette al meraviglioso viaggio di Marco Polo, quando papa Innocenzo IV decide di inviare una legazione di frati francescani alla corte degli eredi di Gengis Khan per scongiurare un nuovo flagello mongolo sulla Cristianità.
Ha così inizio il lunghissimo e avventuroso viaggio di Giovanni da Pian del Carpine fino a Karakorum, alla corte del Gran Khan Guyuk; due anni e mezzo costellati di spettacoli raccapriccianti, fatiche e stenti, ma anche di racconti e incontri favolosi.
Dalle pagine di questa cronaca risuona vivida la voce umile e al tempo risoluta dell’uomo che per primo, e dal vero, ha svelato agli Europei i segreti di quell’estremo oriente per secoli temuto e favoleggiato ».

Il testo è presentato nella preziosa traduzione dell’umanista veneto Giovan Battista Ramusio.

Per altre informazioni e catalogo: http://www.librifinisterrae.com

I TEENAGERS ACCUSATI DELL’OMICIDIO DI ALAMEDA APPARIRANNO VENERDI IN TRIBUNALE

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Si tratta di quattro minorenni di 13-15 e due di 16 anni che provenivano da Oakland.

Vedi post del 05 novembre 2007

 

 

ATTRAVERSO LA MONGOLIA: PASSERA LA LINEA FERROVIARIA MERCI CHE CONGIUNGERA CINA ED EUROPA

 

Nel 2009 sarà operativo il nuovo servizio treno merci che collegherà la Cina alla Germania, attraversando  la Mongolia. Si chiamerà Trans-Asian Railway.  Attualmente le merci impiegano quaranta giorni per raggiungere l’Europa via mare: si prevede che con la nuova ferrovia questo tempo sarà ridotto a soli venti giorni. Il treno Pechino-Amburgo attraverserà Cina, Mongolia, Russia, Bielorussia, Polonia e Germania.  I rappresentanti dei rispettivi governi, si riuniranno per valutare come velocizzare il transito adottando regole doganali standardizzate .

SI IMPONE UNA AUTORITA DI CONTROLLO SULLE ESTRAZIONI ABUSIVE MINERARIE DELL’ORO.

tossico

In Mongolia sono molte le persone che indipendentemente ed abusivamente estraggono l’oro dalle miniere. Sono generalmente chiamati "ninja" a causa delle tute verdi che indossano che li fanno assomigliare alle tartarughe dei cartoons.

Questi minatori indipendenti rappresentano però un grave pericolo per l’ambiente, poichè, per raffinare l’oro usano una grande quantità di mercurio ed altri agenti chimici dannosi.

Lo scorso anno ben 37 ettari di terreno sono stati inquinati dall’uso di tali sostanze e 111 sostanze chimiche vietate sono state importate in Mongolia.

Si impone pertanto la costituzione di uno speciale organismo governativo che indaghi e reprima tale pericolosa attività.

LO YOKOZUNA MONGOLO HAKUHO VINCE LA COPPA DELL’IMPERATORE AL GRAN TORNEO DI SUMO

Il sumo, la lotta giapponese dei giganti diventa, sempre più un "affare" mongolo.

hakuho

Il mongolo Davaajargal (nome di combattimento Hakuho) ha vinto il gran torneo di sumo tenutosi a Tokio dal 13 al 27 gennaio.

l’ altro grande Yokozuna (gran campione) mongolo,Dagvadorj (nome di combattimento Asashyoro), vincitore di 21 titoli era il favorito ma ha ceduto al connazionale al round finale.

Anche altri lottatori di origine mongola si sono distinti nal makuuchi (la top divisione del sumo professionale): Anand (Kakuryu) 11 vincite 4 sconfitte, Ama (Sekiwake) 9:6, Tsevegnyam (Kyokutenkho) 10:5, Dashnyam (Asasekiryu) 10:5, Khuchitbaatar (Tokitenku) 6:9.

CHI E’ HAKUHO SHO (il suo nome da combattimento significa uccello bianco)

Altezza m. 1,93

Peso kg. 153

hakuho sho

Il lottatore mongolo il cui nome originale completo è Monkhbatyn Davaajargal nasce ad Ulaanbaatar il 11 marzo 1985 ed il 30 maggio 2007 viene promosso al grado di yokozuna, ed è il secondo mongolo a diventarlo.

Come molti suoi connazionali che professano il sumo professionisti, Hakuho proviene da una famiglia di lottatori mongoli tradizionali. Il padre Jigjid Monkhbat vinse la medaglia d’argento per la lotta libera alle olimpiadi del 1968.

Giunto in Giappone quindicenne nell’ottobre 2000 non fu accettato da nessuna scuola di sumo perchè sottopeso (62 kg.) finchè un lottatore professionista mongolo, Kyokushuzan, chiese al proprio maestro di intercedere per il ragazzo, il quale fu accettato alla scuola Miyagino.

Fece il suo debutto, dopo essersi stabilizzato con il peso, sul  ring nel torneo di marzo 2001 ad Osaka. Ottenne nei tornei seguenti crescenti successi vincendo la stella d’oro (kimboshi) per aver sconfitto il suo conterraneo Asashoryu, che già deteneva il titolo di yokozuna, pur essendo invece lui ancora nella divisione più bassa del professionismo. Da quel momento la sua ascesa sobì un’accelerazione anche se non gli fu possibile partecipare al torneo di Nagoya a causa di un infortunio.

Nel marzo 2006 quasi 21enne venne promosso al rango di Ozeki, e storicamente fu il quarto più giovane a reggiungere quel livello.

Vinse il suo primo torneo come ozeki con 14 vittorie ed 1 sconfitta nel maggio 2006 e nel marzo 2007 il suo secondo campionato ad Osaka, ed un terzo già nel maggio del medesimo anno con un record di 15 vittorie e nessuna sconfitta. Il giorno seguente alla sua vittoria il Consiglio per l’Assegnazione del Titolo di Yokozuna lo propose a quel grado, all’unanimità. E la nomina ufficiale avvenne il 30 dello stesso mese e la cerimonia di promozione avvenne il seguente 1° giugno 2007.

Il primo campionato come yokozuna fu nel luglio dello scorso anno con 11 vittorie e 4 sconfitte ed in seguito nel settembre con 13 vittorie e solo 2 sconfitte.

Ora in quest’ultimo torneo ha sconfitto anche il suo conterraneo Asashoryu, che era mancato perchè sospeso a questi ultimi tornei. nel giorno della finale con un punteggio complessivo di 14 vittorie ed 1 sconfitta.

TSAGAAN SAR: IL CAPODANNO LUNARE MONGOLO

Lo Tsagaan Sar (mese bianco) è una delle due principali feste mongole, essendo l’altra  il Naadam che si tiene in Luglio. Per i Mongoli lo Tsagaan Sar è non solo l’antica festività che segna la fine dell’inverno e l’inizio del nuovo anno, ma anche il periodo per rinsaldare i vincoli famigliari e sociali , omaggiare gli anziani, pulire il proprio corpo e la mente dai cattivi pensieri ed iniziare, mondati, un nuovo anno.

L’anno lunare, come in molti altri paese asiatici è calcolato secondo il calendario lunare tra la fine di gennaio e gli inizi di marzo, ed il nome "mese bianco" potrebbe derivare dal bianco inverno, piuttosto che dagli alimenti derivati dal latte oppure associato alla simbologia del colore bianco che significa salute, felicità, ma anche rinnovamento.

La preparazione alla festa inizia molto tempo prima, numerose famiglie si riuniscono nella gher dell’uomo più anziano dove si terrà l’evento.

Poichè la festa significa partecipare ad un lauto pranzo per parenti, vicini, amici ed ospiti, le donne iniziano a preparare una quantità enorme di buuz, grossi ravioli ripieni di carne di montone e cipolla che verranno cotti al vapore. Fatti i buuz, vengono allineati su vassoi di legno e posti all’aperto. Il giorno successivo i ravioli congelati sono pronti per la cottura. Le famiglie partecipanti contribuiscono portando prodotti caseari, airag, ed altre specialità per l’occasione.

Bituun – è l’ultima cena dell’anno morente ed il termine significa letteralmente "chiudere",  non solo con l’anno ma anche con tutti gli affari dell’anno, con i debiti contratti e con le relazioni non rinsaldate. Il Bituun viene generalmente celebrato in famiglia quando tutti, rassettati gli abiti ed indossato il cappello si sono seduti attorno alla tavola a seconda di una ben precisa gerarchia. Il più anziano siede ad Hoimor, nella parte nord della gher, dalla parte opposta della porta.

E’ costume che i convenuti assaggino tutti i piatti presentati: carne bollita, buuz, prodotti caseari e dessert. Airag, alcool di latte (Shimiin arkhi), thè salato con latte.

La tradizione vuole che prima che inizi il pasto l’ospite chiuda  il vecchio anno con una cerimonia simbolica. Piazzata una coscia di agnello sul piatto egli l’affetta e ne porge una fetta a tutti i presenti, quindi spezza l’osso e ne estrae il midollo.

Durante il pasto si consumano, inoltre, i classici buuz ed i boov, un pane dolce cerimoniale a forma di lingotto posto sul tavolo in pile formate da strati dispari, sette nelle gher degli anziani, cinque in quelle delle coppie mature con figli e tre in quelle delle giovani coppie.

Tsagaan Sar – in questo giorno è previsto si debba salutare il nuovo anno con abiti nuovi, e sebbene la luce arrivi verso le 8, già verso le 6 sono già tutti in piedi per uscire dalla gher dopo aver aperto l’ Orkh, cioè la copertura dell’apertura al centro della gher, ed omaggiare con le braccia alzate la prima alba del nuovo anno, mentre il capo famiglia cammina nella direzione prescritta nel libro dell’astrologia buddista.

Inizia allora il rituale dei saluti, uno per volta i membri della famiglia si rivolgono al più anziano di loro, si chinano leggermente e piazzano le loro mani, con il palmo rivolto verso l’alto sotto l’avambraccio dell’anziano che tiene le palme rivolte verso il basso, pronunciando la frase: "Possa tu essere felice ed in salute". Questo saluto è chiamato zolgoh, e per tutto il mese i Mongoli si saluteranno in questo modo.

Quando il rituale è terminato tutti rientrano nella gher dov’è imbandita una tavola speciale dove al centro troneggia un grande piatto colmo di carne bollita sopra la quale vi è un posteriore di agnello che verrà servito dall’ospite ai convitati iniziando da i più anziani a dagll’ospite più ragguardevole, durante il pasto ogni ospite deve bere almeno tre coppe dell’ Airag  che gli viene offerto.

Il resto del giorno è dedicato alle visite ed agli auguri a parenti, amici, vicini seguendo una rigida gerarchia data dall’importanza e dall’età della persona visitata. Ogni visitatore porta un omaggio, puranche modesto, eventualmente un Khadag cioè la sciarpa in seta cerimoniale azzurra o bianca o gialla, ed a sua volta riceve un omaggio al momento di lasciare la gher.

Tutto il mese è considerato festivo e visite ed auguri proseguono anche se i primi tre giorni sono quelli più importanti, durante i quali vengono fatte le visite più importanti.

Durante lo Tsagaan Sar è proibito…                                                                             

Indossare deel neri

Ubriacarsi

Restare in una gher che non sia la propria  per tutta la notte

Lasciare gli animali all’aperto

Fare gli auguri al proprio coniuge

Tagliarsi i capelli

Baciarsi durante gli auguri (solo gli anziani possono baciare i bambini)

Durante gli anni ’60 il governo comunista cercò di trasformare la festa in quello degli allevatori e le celebrazioni ufficiali furono abolite, nonostante ciò la tradizione continuò, segretamente, specialmente nelle campagne e quado nei tardi anni ’80 il partito volle riaffermare gli antichi valori tradizionali, riapparve come festa pubblica.

Chingghis Khan, all’ora del topo nel primo giorno dell’anno del coniglio rosso (1207), vestito con abiti nuovi, pregando l’Eterno Cielo Azzurro andò in visita alla madre Oulun. Nell’anno del topo rosso (1216) l’Imperatore emanò un decreto premiando la popolazione  durante il giorno dello Tsagaan Sar, con oro e tessuti, omaggio i più anziani e fece liberare i prigionieri non macchiatisi di delitti infami.

Nel 1723 una legge prescrisse che tutti i governatori ed i nobili indossassero, nel giorno dello Tsagaan Sar uno speciale copricapo da cerimonia (Jinst Malgai) ed il deel con il colletto alto.

Nel 1911, quando la Mongolia si considerava liberata dal giogo cinese il Bogd Khan approvando la nuova bandiera con il soyombo, ordinò fosse esposta nel mese del capodanno all’esterno delle case dei ministri, nelle caserme e nei monasteri, contrariamente a quanto era prescritto per il restante periodo dell’anno quando venivano tenute all’interno.

I SOCI E GLI AMICI DI SOYOMBO CELEBRERANNO LO TSAGAAN SAR LA SERA DEL 9 FEBBRAIO P.V. (VEDI POSTS PRECEDENTI)

UN NUOVO AEROPORTO PER ULAANBAATAR

Verrà iniziato nel 2011 e completato nel 2015 con l’assistenza giapponese nella valle Khoshigt presso Zuunmod a 54 chilometri da U.B. alla quale verrà collegato con una superstrada ad alta velocità.

MOSTRA FOTOGRAFICA DI ALESSANDRO GANDOLFI

 
 

 
Non è vero, il viaggio non finisce mai…
 
Cinquanta scatti dal mondo del fotoreporter parmigiano Alessandro Gandolfi. Dal 2 al 28 febbraio 2008 al Circolo Castellazzo di Marore (Parma)
 
I surfisti in El Salvador. I pastori della Basilicata. I monaci dello Sri Lanka e i pescatori Indonesiani. E ancora: corse di cani in Québec, preghiere in Eritrea, nomadi in Kirghizistan e giovani turisti iraniani. Perché come scrive José Saramago “non è vero, il viaggio non finisce mai […] bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva…” (Viaggio in Portogallo, Einaudi). Cinquanta nuove immagini del fotoreporter parmigiano Alessandro Gandolfi sono esposte dal 2 al 28 febbraio 2008 al Circolo Castellazzo di Marore (Parma), in via Bassa Antica 12.
Fotografo e giornalista freelance, Gandolfi collabora da anni con le più importanti riviste italiane di viaggio, da Geo al National Geographic Italia, da Qui Touring a Gente Viaggi e a D – La Repubblica delle Donne. E’ inoltre fondatore e co-titolare di “Parallelozero”, agenzia fotografica con sede a Milano dedicata esclusivamente ai reportage di viaggio. Nato a Parma nel 1970, Alessandro ha iniziato l’attività giornalistica collaborando come cronista alla Gazzetta di Parma. Dopo la laurea in Filosofia ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino e ha lavorato a La Repubblica, come cronista a Milano e a Roma, prima di dedicarsi esclusivamente al fotogiornalismo.
Il suo sito web è
www.alessandrogandolfi.com.
 
Inaugurazione della mostra sabato 2 febbraio 2008 alle ore 18.
 
MOSTRA:
“Non è vero, il viaggio non finisce mai”.
Dal 2 al 28 febbraio 2008
Circolo Castellazzo
via Bassa Antica, 12
Marore – Parma
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 20.
Ingresso libero. Le fotografie sono in vendita.
Per informazioni:
Circolo Castellazzo
Tel.: 0521.641186


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